Vizi e Virtù con Arlecchino
Un progetto in collaborazione con Claudia Contin Arlecchino
Vizi & Virtù con Arlecchino è un progetto fotografico nato nel 2011 dalla collaborazione tra il fotografo Daniele Indrigo e l’artista-attrice Claudia Contin Arlecchino. Due i temi fondamentali che hanno dato vita a questo originale filone creativo: da un lato la fascinazione del fotografo per il mondo del teatro - in particolar modo la Commedia dell’Arte, la maschera e la figura di Arlecchino – dall’altro la necessità di una ricerca interiore più profonda sulla vita, letta attraverso le debolezze (Vizi) che affliggono il genere umano e i valori (Virtù) che lo nobilitano.
L’esperienza di Claudia Contin Arlecchino nella metamorfosi dei corpi (il proprio e quello degli altri personaggi di queste storie), insieme alla sua puntuale educazione estetica nel campo dell’artigianato artistico oltre che drammaturgico, si rivelano tra gli elementi caratterizzanti del progetto, unitamente all’armonia di composizioni riprese in ambientazioni rigorosamente “dal vero”, tali da restituire, grazie ad un accurato intervento di controllo ed elaborazione da parte dell’autore, un’idea di raffinata bellezza.
L’esperienza di Claudia Contin Arlecchino nella metamorfosi dei corpi (il proprio e quello degli altri personaggi di queste storie), insieme alla sua puntuale educazione estetica nel campo dell’artigianato artistico oltre che drammaturgico, si rivelano tra gli elementi caratterizzanti del progetto, unitamente all’armonia di composizioni riprese in ambientazioni rigorosamente “dal vero”, tali da restituire, grazie ad un accurato intervento di controllo ed elaborazione da parte dell’autore, un’idea di raffinata bellezza.
Non c’è traccia di moralismo né di facile giudizio in questi scatti: proprio Arlecchino, nella sua accezione primigenia di maschera quasi apotropaica, legata agli inferi e ai riti della rinascita, ma anche alle tradizioni antiche dei Carnevali come “mondo capovolto”, offre una visione disincantata e lucidissima di questi grandi temi della vita, come solo il personaggio che nei panni dell’antico Hellequin protegge tutti i bambini mai nati, ovvero colui che è per definizione “senza coscienza”, riesce a penetrare in maniera diretta e “animalesca”, acuta e istintiva, eppure sempre senza malizia. La specificità di Arlecchino suggerisce dunque al fotografo spunti compositivi e stilistici per dare forma alla sua immaginazione creativa, mentre l’interprete è pronta a tradurre in gesti ed espressività le idee dell’autore, in una felice sintonia artistica ed emotiva.
Il progetto, pensato e prodotto esclusivamente in bianco e nero, sviluppa la rappresentazione di ciascun tema in un insieme di tre “quadri”, allo scopo di stimolare e suggerire allo spettatore trame e spunti riflessivi diversi.
Anche la scelta della stampa fine-art su carte pregiate, ricche di chiaroscuri, tende alla massima perfezione formale, utilizzata principalmente come sapiente mezzo creativo per sottolineare il pregio, ma soprattutto la forza delle immagini e il loro significato più profondo.
Fede > La morte
Fede > L'attesa
Fede > L'ascesa
Avarizia > L'avidità
Avarizia > L'invidia
Avarizia > L'ingordigia
Speranza > L'ultima a morire
Speranza > La beatitudine
Speranza > La prima ad illudere
Superbia > Il privilegio
Superbia > Il potere
Superbia > La supremazia
Perdono > Il pentimento
Perdono > La punizione
Perdono > La remissione
Intelletto > Il concetto
Intelletto > Il giudizio
Intelletto > Il pensiero
Accidia > L'ozio
Accidia > L'indifferenza
Accidia > La fiacca